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Scritto ascoltando: Presidents of United States – Lump
Lungi da me parlare di politica (soprattutto in questo spazio), ma la clamorosa sorpresa (più di casa nostra che USA) sull’elezione americana mi ha troppo incuriosito per non valutarla più in profondità. In America sono già molte le analisi di approfondimento che illustrano i numerosi perché e soprattutto gli abbagli di specialisti e sondaggi. Ma in Italia no, almeno non ancora. Eppure si sprecano titoli su titoli sui giornali in un susseguirsi di articoli che raccontano di una scelta incomprensibile.
Ma i giornali si sa, devono anche vendere e, viste le previsioni di quelli USA, non sempre trasmettono il parere della gente. Ed è questo che a me invece interessa. Cosa pensano gli italiani di Trump e della sua elezione? Un dubbio che con un po’ di buona volontà, Crimson Hexagon ed il supporto degli amici di The Fool provo in questo post a risolvere.
Trump: parola ai dati
Ho deciso di valutare gli ultimi mesi di campagna, quello più vivo e soprattutto realmente collegato alla questione elezioni. Un periodo breve, ma che ha comunque evidenziato un numero importante di contenuti, dimostrazione di quanto interesse la tematica sollevasse anche in Italia.
Ovvia l’impennata di contenuti nei giorni dell’election day, spiegabile con la quasi certezza della sconfitta di Trump e su una reazione più sull’onda del momento che su riflessioni ponderate.
Nessuna sorpresa riguardo i topic attorno a Trump, dove a farla da padrone sono per lo più temi di tipo informativo. Interessante il maggior numero di contenuti relativi a”Trump vince” che ad una possibile vittoria della Clinton.
Trump: i principali attori
I luoghi delle conversazioni online sono ad ovvio appannaggio dei siti d’informazione così come gli account più influenti. I primi account personali ad apparire sono quelli di Beppe Grillo e Severgnini, comunque fortemente connessi a informazione e politica.
Trump il sentiment della rete
Ma arriviamo finalmente alla parte più interessante, al sentiment degli internauti italiani. I molti contenuti legati all’informazione giornalistica portano un predominio del sentiment neutro, fatto più che comprensibile dato l’ampio eco che le news relative ad un evento come le presidenziali americane riscontrano. Detto ciò è comunque rilevante il sentiment negativo con una quota del 27%, più che doppia rispetto ai contenuti positivi.
Un dato che aumenta nettamente valutando esclusivamente gli account personali e che si traduce in un’avversione rilevante del web italiano nei confronti del neo Presidente.
Molto interessante il confronto con i dati USA. Qui il sentiment negativo sale al 34%, chiaro esempio della differenza che esiste spesso tra sentiment online e offline.
Andando a valutare le emozioni collegate ai contenuti made in USA troviamo altri dati interessanti. Disgusto e paura sono le emozioni predominanti, le stesse che hanno caratterizzato gran parte della comunicazione anti-Trump e che però non sono riuscite a farsi strada nella maggioranza degli elettori.
Piaccia o meno, la vittoria di Trump, può insegnarci molto lato comunicazione web, ovvero che non non sempre il mondo digitale è uno specchio fedele del mondo reale, tra persone che ancora non ne hanno un ampio utilizzo e molta, forse troppa, comunicazione guidata. Un insegnamento che è sempre bene non perdere mai di vista.