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Scritto ascoltando: Green Day – Time of your Life
Il tema della frequenza ideale per la pubblicazione di contenuti è senza dubbio uno dei più dibattuti (e dubbiosi). Non esiste infatti certezza o dato, ma esclusivamente l’esperienza condivisa dei singoli professionisti. Il fatto è che probabilmente non esiste la “giusta” frequenza, ma esclusivamente quella più adatta a noi e alle nostre esigenze. Pubblico, strategie, obiettivi, varianti che andranno certamente a modificare quanto e quando pubblicare contenuti.
La tendenza, errata, è per lo più quella di pensare che “più ce n’è, meglio è”, puntando conseguentemente a tenere un ritmo di pubblicazione elevato. La costanza e una pubblicazione assidua spesso fanno la differenza, bisogna ammetterlo, ma non sempre. Ci sono molti casi in cui “less is more”.
Una strategia che porta con sé risultati concreti.
Panoramica della ‘less is more’ Content Strategy
Meno deve forzatamente far rima con meglio. La qualità diventa ancor più rilevante quando le nostre tempistiche di pubblicazione sono basse. Autorità e know-how sono le armi che vogliamo usare, strumenti che creano autorevolezza e, soprattutto, reputazione.
Visto che pubblicheremo di rado dobbiamo dar vita a contenuti di “lunga durata”, basati sulle intenzioni di ricerca degli utenti e sulla ricchezza di quanto proposto.
Quando parliamo di lunga durata non può mancare un’attenta attività di aggiornamento dei post, utile a favorire la SEO e continuare a soddisfare le necessità degli utenti con contenuti sempre validi. Ne consegue la possibilità di ripubblicare e riproporre tali contenuti, con tutto ciò che di buono ne consegue.
Lato promozione non possiamo sbagliare niente. Quando le occasioni sono poche vanno infatti sfruttate al meglio. Non basta quindi pubblicare, serve una strategia di promozione che esalti i nostri contenuti e che dia loro la spinta per restare sull’onda. Le ads diventano un obbligo.
Sia chiaro, meno non si riferisce all’impegno, perché pubblicheremo sì un numero minore di post, ma dovremmo impegnarci a crearne di ottimi.
Troppi contenuti?
Una strategia, quella del less is more, che diventa mezzo per controbattere la crescente quantità di contenuti che ogni giorno ci invade, portando l’utente ad annegarvi senza spesso riuscire a strappare anche solo parte della sua attenzione. La risposta può veramente essere la qualità, la stessa qualità che ci aiuta a creare un pubblico fidelizzato pronto a seguirci e leggerci.
Senza contare che più contenuti significa maggiore ricerca e lavoro e che non tutti hanno le spalle abbastanza grandi da reggere tale scelta. Perché se è vero che pubblicare spesso porta più visite, nella maggior parte dei casi questo aumento è tanto limitato da non giustificare il corrispettivo impegno.
Il caso di Brian Dean di Backlinko
Un esempio perfetto del less is more è senza dubbio Brian Dean di Backlinko. Il suo piano editoriale si fonda sulla produzione di contenuti di altissima qualità ogni 4 settimane circa. Un tempo che pare alquanto limitato se paragonato ai blogger odierni. Ma la capacità di creare un proprio pubblico e guidarlo attraverso autorevolezza e reputation ha portato Brian ad oltre 4 milioni di visitatori al sito con appena 53 post.
Un dato incredibile che racconta al meglio quanto la qualità sia davvero la migliore (e forse unica) discriminante quando parliamo di contenuti.
Conclusioni
Io stesso, ad esempio, ho avuto un aumento rilevante, ma non decisivo nei periodi in cui sono passato da uno a due post settimanali. C’è chi invece, come ad esempio Riccardo Scandellari, ha trovato nell’alto numero di pubblicazioni (per Skande praticamente giornaliero) un valore aggiunto.
Un approccio senza dubbio particolare quello del less is more. Un approccio che non deve farci dimenticare ciò che ho detto all’inizio: non esiste nessuna formula magica. Ognuno deve trovare la sua via analizzando al meglio il proprio pubblico.