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Scritto ascoltando: SOHN – The Wheel
L’ottimizzazione dei contenuti, una necessità per tanti, un Santo Graal per molti. Una prassi che per molti è esclusivamente legata al posizionamento dei siti sui motori di ricerca. Una pratica da sempre fondamentale e che, nonostante i molti cambiamenti, resta decisiva per ottenere visibilità e intercettare gli utenti.
Non è un’attività semplice, lo so. Molto spesso per essere ben fatta la SEO necessita di competenze molto verticali, un know how che non si sviluppa in qualche giornata di letture online. Non disperatevi, seppur fondamentale, non è mai solo questione di SEO. È infatti possibile impegnarci perché i nostri contenuti vengano trovati, apprezzati e quindi diffusi. Come? Lavorando sulla qualità degli stessi e sulla user experience (sul tema ti consiglio questo intervento del Socialmediacoso Francesco Ambrosino).
Ma bando alle ciance, ecco alcuni consigli pratici che possono essere molto molto utili.
Non è un inno allo stalking, sia ben chiaro! Oggigiorno i nuovi smartphone permettono di avere accesso a web e social in ogni luogo e circostanza. Gli ultimi dati ci dicono che il futuro è sempre più mobile, cosa che costringe i brand a creare contenuti che vadano in questo senso e che siano fruibili anche in versione mobile. Un realizzare che diventa ancor prima pensare mobile. Ad esempio, creare un’app ci permetterà di “seguire” i nostri utenti e di dar loro una versione del nostro messaggio comprensibile e sfruttabile al massimo.
Un punto cruciale, meno compreso di quello che si pensi. Sono ancora molte le realtà che non presentano né una propria app né tanto meno un sito ottimizzato per il mobile.
Un esempio? La guida city di Louis Vuitton, per cui il brand francese ha realizzato una applicazione dedicata per renderla davvero utilizzabile, sia in albergo mentre progettiamo un itinerario per l’indomani sia durante una camminata in città.
I tuoi contenuti vanno forte sui social e sono ben posizionati su Google? Buon per te, ma sappi che non è un traguardo, perché nulla nel web è per sempre. Non dimentichiamo mai che il successo degli stessi dipende dalla percezione altrui, quella degli utenti e che solo continuando a propor loro contenuti “utili” è possibile restare al top.
Costruire relazioni “concrete” è quindi fondamentale per i brand, un modo per ottenere visibilità, migliorare la propria reputation e fidelizzare gli utenti. Bisogna essere per questo quanto più “orizzontali”, andando oltre il consueto “Io brand dico, tu utente ascolti”. Generare dialogo, questa è l’unica soluzione.
Sul web ed i social prosperano le conversazioni, se si vuole parlare “da soli” meglio lo specchio del bagno.
Uno dei problemi con cui mi scontro più spesso è la difficoltà in certi siti nel trovare le informazioni che cerco, problema che si acuisce quando parliamo di realtà molto rilevanti. Sì, c’è la ricerca, ma spesso non è così a misura di utente, non permettendoci comunque di arrivare a ciò che vorremmo.
Questo non solo porta l’utente al traguardo prefissato, ma rende la sua esperienza nei confronti del brand negativa. Avete mai provato a cercare qualcosa in siti istituzionali o di grandi brand come quelli dell’energia? Arrivare al contenuto ricercato è spesso una vera odissea che ci ruba tempo ed energie e che certamente non impatta positivamente sul nostro giudizio verso la marca in questione. Tutt’altro.
Utilizzare ricerche “intelligenti”, ricche di filtri e opzioni è per questo una necessità da non trascurare. Gli utenti ne saranno grati!
Per i brand che hanno molte richieste riguardo al customer care è consigliabile anche creare chat di supporto online, così da guidare il visitatore e rispondere tempestivamente alle sue esigenze.
Una delle prime e più importanti regole in comunicazione è conoscere il proprio interlocutore. Difficile creare strategie vincenti senza sapere le diverse caratteristiche del destinatario del nostro messaggio. Tono di voce, forma, linguaggio, elementi che si declinano a seconda del segmento a cui mi rapporto.
Il mondo digitale in questo senso ci viene incontro, offrendoci strumenti utili all’attività di listening. Grazie a questa è facile comprendere chi parla di noi e soprattutto come lo fa. Elementi essenziali per “settare” al meglio ciò che vogliamo proporre.
Un’attività non certo one shot, ma da proseguire nel tempo, così da essere sempre sul pezzo e captare al volo eventuali nuove criticità o opportunità e, perché no, trovare nuove strade per raggiungere gli utenti.
Scrivevo qualche settimana fa del ruolo cruciale che oggi ha diversificarsi. Un modo per distinguersi dai tanti, troppi competitor presenti sul mercato. Ancor di più quando si parla di contenuti, un mondo affollato e ingolfato in cui è spesso difficile emergere.
Puntare sull’effetto wow e colpire gli utenti è certamente una via intelligente per attrarre la loro attenzione e conquistarli. Un’infografica interattiva, un game legato alle attività aziendali o un video sono attività in grado di coinvolgere l’interlocutore e trasmettergli il nostro messaggio al meglio.
In questo senso i video sono da sempre utilissimi, soprattutto se usati con fantasia e voglia di sperimentare. L’utilizzo ai fini di marketing delle GoPro è uno di questi casi. La piccola action camera permette di dar vita a video immersivi che fanno sentire lo spettatore parte dello stesso. In Open-Box recentemente per una cena con alcuni blogger da un nostro cliente abbiamo creato un video POV per far sentire, anche solo per pochi minuti, tutti quanti grandi chef. Una sorta di video-ricetta ma molto più originale e coinvolgente. Un segnaposto al tavolo corredato di QR code e posizionamento dello smartphone completavano l’opera congiungendo online e offline. Guardare per credere:
“Chef per un giorno”, un progetto di marketing non convenzionale per unire online e offline. Ovviamente made in #OpenBox
Pubblicato da Open-Box srl su Venerdì 15 gennaio 2016
Senza dimenticare i video 360° appena introdotti da Youtube e Facebook. Una risorsa che non lascia indifferenti su cui i brand devono iniziare a lavorare.
Experience Faraday Future’s FFZERO1 Concept from the driver’s seat through an immersive, interactive 360 degree video.
Pubblicato da Faraday Future su Venerdì 8 gennaio 2016
Banale forse, ma sempre meglio ricordarlo: non tutti i canali sono uguali! Ognuno ha un proprio pubblico, una propria forma, un proprio stile a cui bisogna doverosamente adattarsi. Su Facebook non potrò lanciare lo stesso messaggio realizzato per Instagram, sul sito il medesimo creato per Twitter e così via. Non stupiamoci, adattare il messaggio al canale significa in primis renderlo pienamente fruibile.
Comprendere e sfruttare le peculiarità di ogni mezzo è l’elemento essenziale per creare contenuti performanti, capaci di arrivare. Diverso non si traduce in inconciliabile. Mixare e combinare al meglio i diversi canali è mezzo potentissimo, in grado di trasformare una pubblicazione in un reale progetto comunicativo. Tessere diverse del medesimo puzzle che, ognuna a suo modo, ci permettono di arricchire i nostri contenuti con sfumature diverse, ma spesso essenziali.