Unire passione per la musica e voglia di scoprire nuovi artisti, concerti: ecco la mission di @music. Quello che ad una prima occhiata sembra un normalissimo account è in realtà una vera sub-community lanciata da Instagram stesso all’interno del socialnetwork. Nella volontà dei creatori questa dovrebbe rappresentare un nuovo modo di far scoprire agli utenti “un punto di vista differente degli artisti che seguiamo e amiamo”, cercando di canalizzare la passione per la musica degli instagramer.
Parola d’ordine stimolare la partecipazione attiva dei followers e coinvolgerli in pieno stile Instagram tramite un apposito hashtag (ancora tutto da definire).
@music, anche se ancora agli inizi, si presenta come occasione di visibilità per le band e gli artisti emergenti, ma anche e soprattutto per i brand. L’account registra già oltre centomila seguaci a poche settimane dal lancio, un terreno potenzialmente fertile quindi per messaggi pubblicitari profilati (la tematica musica in questo senso è un notevole aiuto).
Ma al di là della novità in sé, è la presa di posizione di Instagram ad avermi colpito. Molti social nel tentativo di incorporare nuove features ed arricchire l’esperienza dell’utente si sono visti, nella maggioranza dei casi, costretti a modificare in modo sensibile la propria essenza. Layout, funzioni, user experience, elementi essenziali radicalmente modificati e con risultati spesso a dir poco catastrofici (vi ricordate ancora di Foursquare e Swarm?!?). Non Instagram.
La sua scelta è stata controcorrente ed a mio avviso molto intelligente. Perché rischiare di rivoluzionare un prodotto che funziona e piace? Forse prima è meglio provare a sfruttare le potenzialità che già possiede. È in questa strada che va @music. Hashtag, tag, direct per incentivare la nascita di una community tematica in Instagram e con questa tutte le potenzialità connesse. Una chiara dimostrazione che spesso non è questione di aggiungere nuove straordinarie funzioni quanto far fruttare bene quelle che si hanno.
Un progetto che permette inoltre (cosa non da poco) di essere testato senza pericolose controindicazioni o costi esorbitanti. Qualche mese di attività e l’idea si dimostra infruttuosa o poco performante? Nessun problema. Al massimo resterà in eredità un semplice account. In altri casi tornare sui propri passi è invece difficile se non impossibile (sempre per parlarne male, il caso Swarm).
Una volontà di crescita che trova stimolo nella sempre maggiore attenzione che Instagram riveste nella Jungla dei social. Utenti in aumento e la palma di social con il maggiore grado di engagement, dati che ne dimostrano l’ottimo stato di salute.
Se poi pensiamo che è ad oggi uno dei social più utilizzati tra i teenager il futuro pare ancora più roseo.
Solo il tempo ci dirà se il progetto @music sarà vincente, ma se lo fosse aprirebbe certamente nuove e rilevanti possibilità. Pensate alle community legate al food o alla moda per esempio e alle potenzialità di eventuali @fashion o @food. Futuri possibili… intanto ci facciamo molto volentieri bastare i nostri cari “filtri”.